martedì 29 marzo 2016

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 20

20. Da Cacciatore a Preda


Non appena si ritrovò all’esterno dell’auditorium, Billy fu investito da un vento gelido, rabbrividì e si ricordò di avere indosso ancora il costume di scena. Strizzò gli occhi nel buio della sera, mitigato dalla luce dei lampioni del cortile della scuola, e guardò dritto davanti a sé. Per quanto dotata di una velocità soprannaturale, Sunday non poteva essere andata troppo lontano.

Rallentò la corsa e prese a camminare guardingo. Non voleva rischiare di essere colto di sorpresa. Intorno a lui non c’era nessuno e dall’interno della scuola gli arrivavano dei suoni ovattati, piuttosto confusi. Si fermò. Strinse le mani sull’impugnatura della metà della Falce in suo possesso e chiuse gli occhi.
Se Sunday vuole giocare a nascondino, ho un mio modo per stanarla” pensò.
Si concentrò, provando a estraniarsi dall’ambiente circostante e da tutto ciò che era appena successo durante la rappresentazione. Il suo senso del soprannaturale funzionava inviandogli degli avvertimenti quando una minaccia del genere era vicina. Doveva solo farsi guidare dalle sensazioni che quel misterioso dono gli forniva. Al primo sentore si sarebbe mosso sicuro nella direzione giusta. Non doveva avere fretta. Pazientare. Attendere.
Un brivido gli corse lungo al schiena, fu invaso da un fremito di pericolo unito alla certezza che qualcuno malvagio fosse alla sua sinistra. Spalancò gli occhi e sferrò un colpo deciso, dall’alto verso il basso e la lama dell’ascia della Falce smezzò qualcosa oltre all’aria.
Billy vide Sunday muoversi con un guizzo fulmineo, prima verso di lui, subito dopo all’indietro, per evitare l’arma. Una ciocca dei capelli biondi venne tranciata durante il movimento e cadde tra l’erba.
«Come diavolo hai fatto?» domandò la vampira in un ringhio.
«Ripeti sempre lo stesso errore» rispose Billy. «Continui a sottovalutarmi.» Corse contro di lei e con ferocia, scagliò di nuovo la Falce, puntando al suo collo.
Sunday parò il colpo e spinse con forza l’arma contro di lui. «Sei tu che non impari, piccolo impostore.» Sollevò le labbra in un ghigno che rese ancora più grottesco il suo volto, deformato dalla trasformazione vampiresca. «Abbiamo avuto un confronto diretto e  non ne sei uscito bene. Cosa ti fa credere che questa volta potrai battermi?»
«Perché questa volta hai superato il limite.» Billy le strappò la Falce, stringendola lui solo. «Puoi prendertela con me, per cercare di dimostrare che non sono un vero ammazzavampiri, ma se entri a scuola e metti in pericolo degli innocenti, sarò io a dimostrarti che non mi fermerò finché non sarai polvere.» Le si avventò di nuovo addosso, brandendo la Falce con una furia che gli era nuova. Sentiva la rabbia e l’odio verso quella creatura accendersi dentro il suo corpo come una la miccia pronta a farlo esplodere in una violenza maggiore.       
Sunday parve sorpresa quanto lui. Schivò con una certa fatica la lama che lui gli scagliava prima a un lato e poi all’altro del volto. Indietreggiò come se da cacciatore, fosse diventata la preda.
Billy si rese conto a quella stregua sarebbero andati avanti tutta la notte. Agendo d’impulso, mentre lei era occupata a seguire i movimenti della Falce, le assestò una ginocchiata nello stomaco. Quando per reazione Sunday si piegò in avanti, fece calare con decisione l’arma sulla sua testa bionda.
Fu una questione di pochi secondi, di nuovo, ma lei riuscì a salvarsi, buttandosi a terra all’indietro, mentre Billy cadde sulle ginocchia, con la lama conficcata nel terreno. Ansando, alzò la testa e fece solo in tempo a sentirla ringhiare.
Sunday balzò in piedi, lo afferrò per il collo, spostandolo lontano dalla Falce come se fosse  leggero quanto un pupazzo e gli fece sbattere la schiena contro il tronco di un albero. Un urlo gli si strozzò in gola, mentre il dolore per la botta si ripercuoteva per tutto il corpo.
«Lo sai che il tuo comportamento non è salutare?» gli chiese, stringendo le dita sulla pelle del collo. «Questa foga con cui combatti, non fa pensare a un guerriero che si erge contro il male, ma piuttosto a qualcuno altrettanto oscuro.»
Billy rantolò. Voleva far uscire una risposta. Più precisamente che non si faceva dare lezioni di etica e comportamento da una non-morta psicopatica, ma lei stringeva così forte e anche solo riuscire a respirare era un’impresa.
«Gli ho detto la stessa cosa, ma sono più attendibile di te.» Kerry comparve alle spalle di Sunday, l’afferrò per i capelli e la scaraventò alle sue spalle. Lanciò un’occhiata a Billy e poi tornò a concentrarsi sulla vampira.
Inspirando con avidità l’aria, Billy la osservò combattere. Impostore o meno, si muoveva come una vera Cacciatrice. Con il vestito di scena strappato all’altezza di metà coscia per agevolare i movimenti, sferrava calci precisi, colpendo la vampira ai fianchi e anche i suoi pugni andavano a  segno in pieno volto. Pensò che forse aveva fatto solo un corso di arti marziali, ma poi le vide fare una capriola con giravolta per evitare la nemica e si convinse non potesse essere il risultato di un semplice allenamento sportivo.
«Arrenditi. Non sei alla mia altezza» la sbeffeggiò Kerry.
Sunday le assestò un pugno nello stomaco, così forte, che Billy provò dolore al solo vederlo.
«Vi credete tutti dei duri» rispose Sunday. «Non avete capito con chi avete a che fare. Sono un vampiro. Uno vero, niente romanticherie da adolescente. Vi ucciderò uno dopo l’altro.»
«Per fortuna siamo in tanti» ribatté Kerry. Guardò oltre Sunday e urlò: «Ora!»
Kenny sbucò da dietro un albero e corse con il paletto stretto in mano, diretto alla schiena di Sunday. Si muoveva a fatica, risentiva ancora del morso della vampira e le conficcò la sua arma un paio di centimetri più in basso, rispetto al cuore.
«Oh no» gemette Kerry.
Kenny si rese conto di aver fallito e provò a estrarre il paletto.
«Lascia perdere» gli gridò Billy. «Scappa! Corri via!»
Lui mollò la presa sul paletto, ma Sunday si voltò e lo agguantò. Rigirò il ragazzo, tirandolo davanti al suo corpo come scudo e disse: «Non hai la sensazione di un déjà vu?»
«Tocca ancora mio fratello e ti torturerò prima di ridurti in polvere» sibilò infuriata Kerry.
Billy si mosse in avanti, staccandosi dall’albero. Voleva raggiungere la Falce, piantata a terra e dare una mano.
«Fermo lì, tu» gli ordinò Sunday. «Vi dico cosa faremo. Voi state qui buoni e calmi. Io me ne andrò da questa scuola che sembra arruolare solo fanatici della caccia ai vampiri e lo pseudo apprendista ammazzavampiri viene via con me, come garanzia. E poi non ho ancora finito di mangiarlo. Il primo assaggio è stato gustoso, ma frettoloso.»
«Te lo puoi scordare. Non vai da nessuna parte» ribatté Kerry.
«Ok, allora lo ammazzo subito e poi vado a fare un saluto al vostro pubblico» rispose Sunday. «Anzi, ripensandoci farò proprio così. Questa ipotesi e più… Ah!» Cacciò un urlo che divenne un ringhio di dolore e allentò la presa su Kenny. Si voltò per osservare il retro del busto e si staccò il paletto dalla carne, che nel frattempo era stato quasi spinto del tutto nella sua schiena.
«Speravo ti facesse più male.» Zec si fece avanti dall’ombra, non visto aveva agito con la sua telecinesi sull’arma. Tese il braccio destro e chiuse la mano a pugno. «Non è divertente quando ti interrompono sulla scena, vero?»  Kenny venne sollevato da terra e levitò verso di lui, che lo accolse tra le braccia.
Sunday non si perse d’animo. Si lanciò su Kerry prima che il sollievo nel vedere il fratello al sicuro la facesse reagire e la atterrò, buttandosi sopra di lei. Tutto quello che la ragazza dalla pelle scura riuscì a fare, fu afferrare la testa della vampira e tenerla a distanza dal suo collo.
Billy capì che era la sua unica occasione di porre fine alla battaglia. Corse verso la Falce e la estrasse dal terreno; si mosse rapido verso le due lottatrici stese a terra e mentre Sunday si alzava, notandolo con la coda dell’occhio, abbassò con violenza la lama dell’ascia sul collo. Le tranciò il capo dal resto del corpo.
La vampira si dissolse in polvere e Kerry lanciò la testa, rimastale in mano con un’espressione sorpresa dipinta sul volto, che si sbriciolò prima di toccare l’erba.
Billy tese quindi il palmo libero a Kerry per aiutarla a rialzarsi. «Grazie per essere intervenuta.»
Senza accettare il suo aiuto, Kerry si rimise in piedi. «Siamo pari. Non devi ringraziarmi.»
Kenny si scostò da Zec. «Grazie anche a te.» Poi si incamminò verso la sorella, lei gli andò incontro e lo sostenne.
«Aspettate, avranno chiamato dei medici, perché non venite con noi a farvi dare un’occhiata?» propose Zec.
«Meglio di no» rispose Kenny.
«Sappiamo curarci da soli» ribadì Kerry. Tenendo un braccio dietro la schiena del fratello, si voltò e ritornò ad avanzare con lui verso il retro della scuola.
Billy non voleva lasciarli andare senza prima chiarirsi. «Se non volete fare gruppo con noi, lo accettiamo, ma voglio sapere cosa intendi con questa storia dell’oscurità.»
«Te l’ho già detto la prima volta che ci siamo visti e te lo ha anche ripetuto la vampira» disse Kerry senza girarsi indietro. «Non ho altro da aggiungere.»
«Non sono un vostro nemico» gridò Billy. «Te l’ho dimostrato. Sono rimasto a combattere con voi, mi devi più di una frase criptica.»
Kerry si bloccò. Si voltò lentamente e disse. «Quello che ti ho detto è tutto quello che so. Percepisco un’oscurità in te che non vedo in nessun altro dei tuoi amici. Non so altro.»
Zec s’intromise «Ma potremmo comunque essere alleati.»
Kenny scosse la testa. «Da come stanno le cose, non possiamo fidarci di nessuno. Solo di noi stessi.»
«E dovreste farlo anche voi» aggiunse Kerry. «È l’unico consiglio che posso darvi.»
I due gemelli ripresero ad avanzare per la loro meta.
«Ma…» tentò di fermarli ancora Zec.
Billy gli posò una mano sul braccio. «Lascia stare. Tanto li rivedremo.» Li seguì con lo sguardo, mentre scomparivano nell’oscurità della sera e poi disse: «Torniamo dagli altri.»
 

Billy e Zec con il suo aspetto normale raggiunsero l’ingresso della scuola e come aveva ipotizzato il ragazzo, trovarono due auto della polizia e una coppia di ambulanze oltre il cancello.

Billy notò dei paramedici eseguire pratiche di primo soccorso ai ragazzi feriti, ammassati nel parcheggio, mentre quattro agenti interrogavano varie persone disposte in file scomposte. Spostò lo sguardo e incrociò quello di Betty e Donovan, i quali  sollevati abbandonarono il gruppo in cui si trovavano e andarono loro incontro.
«State bene, cominciavo a preoccuparmi seriamente» disse Betty, stringendo con affetto un braccio sia a lui che a Zec.
«Io invece ero sicuro che c’è l’avreste fatta. Siete una coppia micidiale.» Donovan gli batté un’amichevole pacca sulla spalla. «Com’è finita con Sunday?»
«È polvere» rispose Billy.
Betty sospirò rilassandosi. «Bene, con lei abbiamo chiuso.»
«E i gemelli ammazzavampiri dove sono?» chiese Donovan. «Vi hanno dato problemi.»
Zec scosse la tasta. «Se ne sono andati via per conto loro, ma credo che abbiamo stabilito una tregua.» Poi si girò a guardarsi intorno. «Dov’è Michelle? L’avevo lasciata da sola con il resto dei vampiri.»
«Qui intorno non c’è» si allarmò Betty. «Credete che loro l’abbiano…» 
«Hai davvero così poca considerazione di me?» La voce di Michelle giunse alle loro spalle, costringendoli a girarsi verso il cortile da cui erano arrivati Billy e Zec. Aveva abbandonato il look dark dovuto all’uso del potere e anche se il suo abito di scena era malconcio, non sembrava ferita. «Me la so cavare, ho sistemato quei vampiri spocchiosi con l’aiuto di sua sorella» disse avanzando e indicando Zec.
«Dana? Lei è stata qui?» chiese sorpreso Zec.
Michelle annuì. «Abbiamo stretto un accordo, lei ha fatto uno dei suoi numeri e i vampiri si sono distrutti da soli.»
«Avrei voluto esserci» commentò Donovan.
Betty gli tirò un leggero pugno sul braccio destro. «Non dire stupidaggini. È già stato spaventoso restando nelle retrovie.»
Donovan mise il broncio, mentre gli altri risero. Billy li guardò contento di averli al suo fianco a combattere ciò che la Bocca dell’Inferno sputava loro addosso. Poi alzò gli occhi e notò un poliziotto che li fissava.
«Ho delle novità per voi» disse Michelle.
«Anche io» ammise Betty.
«Dovremmo rimandare» intervenne Billy, vedendo che il poliziotto non staccava gli occhi di dosso dal loro gruppo. «Penso che la polizia voglia interrogare anche noi. C’è una versione ufficiale?»
«Be’ ecco… diciamo che abbiamo spinto verso una certa direzione» rispose Donovan.
«Abbiamo pensato che la versione più credibile era di dire che fosse una banda di drogati che volevano spaventare e derubare» raccontò Betty.
Zec si strinse nelle spalle. «Non è male come scusa, può essere credibile.»
«Sì, però è meglio che ci dividiamo per non dare nell’occhio e se dovete dare delle descrizioni sugli aggressori, o su cosa avete fatto subito dopo l’attacco, restate sul vago» raccomandò Billy.
Betty inarcò un sopracciglio. «Perché?»
Billy ricordò l’avvertimento di Kerry e lo condivise con i suoi compagni. «Perché per il momento è più sicuro non fidarsi di nessuno.»   

 

                                                    Continua…?   


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