lunedì 1 agosto 2016

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 29

29. Scuola: un po' Inferno, un po' Prigione (3°parte)


In principio fu come cadere a rallentatore.

Dopo essersi abbandonato all’acqua, Billy lasciò che il peso del corpo lo trascinasse a fondo e anche se aveva gli occhi chiusi per le schifezze che la piscina conteneva, era certo fosse lo stesso per i compagni. Di colpo però la gravità si fece sentire e cominciò a precipitare rapido verso il basso.
Nell’istante in cui aprì gli occhi, avvertì l’urto doloroso del suo sedere contro il pavimento. Scrutò lo stretto corridoio illuminato dalla luce fioca delle lampade elettriche e notò l’assenza di acqua e Mostri della Laguna, ma la metà della Falce ancora stretta tra le dita. Erano infine arrivati a destinazione.
Si tirò su e si sedette, con la maglia appiccicata alla pelle per effetto del bagnato e i capelli scuri che lasciavano cadere gocce lungo la schiena e sui jeans fradici, controllò di avere i compagni al fianco. «State tutti bene?» Si girò su entrambi i lati e li vide rialzarsi lentamente.
«Mi sembra di sì…» rispose Michelle di fronte a lui, a carponi, inspirando avidamente aria e con camicetta e pantaloni grondanti acqua sul pavimento.
Alla sinistra di Billy, Donovan restò seduto, appoggiando la schiena al muro che aveva alle spalle, tirò con la mano sinistra i capelli umidi all’indietro e abbassò il volto per avvicinare l’orecchio sinistro alla bocca di Betty. «Respira» disse.
La stringeva ancora in grembo, con gli occhi chiusi, gli occhiali scomposti sotto il naso e ciocche di capelli castani schiacciati sulla faccia; le braccia abbandonate sul corpo, la metà della Falce ferma sul palmo quasi aperto e i vestiti bagnati.
Donovan sollevò il volto da lei e chiese: «Perché non si riprende?»
«È svenuta a causa dello shock» fece Kenny, rimettendosi in piedi mentre un rivolo di acqua scendeva sulla pelle scura, con i vestiti fradici e i capelli appiattiti sulla nuca. «Ha affrontato una fobia, è normale una reazione del genere.»
Kerry si alzò a sua volta e si strizzò le treccine di capelli scuri con la mano destra, facendole gocciolare lontano dai vestiti bagnati. «Dove siamo finiti?»
Billy osservò con più attenzione il luogo. «Sembra il seminterrato.»
«Non c’è molto qui, a parte la stanza della caldaia» disse Michelle, in piedi e asciugandosi i palmi sui pantaloni.
Una folata di vento caldo invase la zona in cui si trovavano. La temperatura e l’intensità furono talmente alte da asciugare parte dei loro vestiti, dei corpi e i capelli.
Kerry guardò la porta della stanza della caldaia, non molto lontana. «Prenderei questo caldo come il segnale che il o la responsabile si trova lì. Andiamo.»
«Noi  non veniamo» disse Donovan. «Betty è ancora svenuta e non è certo in grado di combattere o affrontare altre situazioni stressanti. Rimango a prendermi cura di lei.»
Billy abbassò lo sguardo verso lui e l’amica stretta tra le sue braccia. Ricordò di aver detto di non voler lasciare indietro nessuno, già rimpiangeva di averlo fatto con Zec, ma era d’accordo con Donovan: Betty non era nello stato di combattere.
«D’accordo.» S’inginocchiò e unì la sua metà della Falce a quella di Betty. La tolse poi dalla mano della ragazza e la porse integra a Donovan. «Ne hai più bisogno tu, anche se spero non debba usarla.»
Donovan l’afferrò con un sorriso sghembo. «Me lo auguro.»
«Ehi! Aspetta un attimo. Quell’arma serve più a noi.» Kenny afferrò Billy per una spalla, costringendolo a girarsi. «Non sappiamo con chi abbiamo a che fare e cos’altro può mandarci contro. Non possiamo andare senza niente con cui combattere.»
«O con cui uccidere» aggiunse Kerry.
«Non uccideremo nessuno» disse Billy deciso. Puntò l’indice destro contro il petto di Kenny e glielo batté due volte contro, tanto da spingerlo ad arretrare. «Ci sono state fin troppe morti che non ho potuto evitare, questa volta agiremo diversamente. Capiremo qual è il problema e cercheremo una soluzione pacifica. Non azzardatevi ad alzare un dito su qualcuno che potrebbe essere una vittima di questa situazione quanto noi. Mi sono spiegato?»
«Vuoi dire qualcuno che tu hai reso una vittima come noi» intervenne Kerry. «Non dimenticare: tutto questo succede a causa tua.»
«Se non volevate veramente salvare qualcuno, cosa diavolo siete venuti a fare con noi?» domandò Michelle irritata.
«Siamo Prescelti. Distruggiamo il male, o almeno una parte» ribadì Kenny, lanciando un’occhiataccia a Billy.
Billy era stanco di sentirsi accusare e altrettanto stufo della superiorità con cui lo trattavano. Si mise di fronte ai gemelli e disse: «Siete solo dei mezzi Ammazzavampiri e lo siete diventati per via di un qualche desiderio o volontà repressa, resa reale grazie al me stesso adulto in coma. Se pensate che la vostra missione sia combattere i mostri che si generano da questa Bocca dell’Inferno, vi do una novità: siete dei mostri anche voi. Ora venite con noi e seguite ogni mio comando. O vi giuro che come vi ho dato i poteri, trovo un modo per toglierveli.»
Kerry e Kenny lo fissarono in assoluto silenzio, impreparati a quella sfuriata.
Billy si girò di nuovo verso Donovan. «Per qualsiasi problema urla e arriviamo, ok?»
Donovan annuì e fissandolo ammirato, disse. «Adesso capisco cosa hanno visto in te Betty e  Zec. Quel discorso… cavoli quanto eri sexy. Stendi i cattivi, tigre.»
Billy gli sorrise. Se Donovan tornava a scherzare, la situazione non poteva essere tanto negativa. Potevano vincere alle sue regole. Non avrebbe permesso a nessuno di fare male ai suoi amici, o ad altri innocenti.
Si avviò nella zona in penombra, verso la stanza della caldaia, raggiunto da Michelle e seguito dai riluttanti gemelli. Percorsero una trentina di passi prima di trovarsi davanti la porta e appena la spalancò, si accorsero che anche quella stanza aveva subito una distorsione dello spazio. Il perimetro si estendeva per metri, molti più di quanto l’intero seminterrato potesse contenerne. Non solo: la superficie del pavimento era interamente ricoperta da serpenti con squame e pelle verde e nera, strisciavano in un groviglio raccapricciante, sibilando uno sopra l’altro.
«Pensate siano velenosi?» domandò Kenny.
«È molto probabile» rispose Billy. «Dobbiamo trovare un modo per attraversare lo spazio che ci divide dalla caldaia. Sento che il nostro carceriere è laggiù. Qualche idea?»
«Detesto i serpenti» dissero all’unisono Kerry e Michelle.
Poi si guardarono in volto, sorprese della reciproca schiettezza.
«Grazie per la precisazione, però è l’unica via che abbiamo» constatò Kenny, anche se sembrava all’oscuro della paura della sorella. «Michelle, tu usi la telecinesi o una cosa simile, non puoi sollevarci in volo?»
Michelle scosse la testa. «Non credo di riuscire a reggere tutti e comunque la paura potrebbe farmi perdere la presa.»
«Allora trascinali fuori» propose Kerry. «Lasciamo aperta la porta, li afferri con il tuo potere e li butti qui in corridoio. Strada libera, problema risolto.»
«No, non può farlo» affermò Billy. «Donovan è qui con Betty indifesa e senza vie di uscita dal seminterrato. Anche con la Falce, non può gestirli tutti, sono troppi.»
Kenny sbuffò. «E allora cosa proponi?»
Billy guardò Michelle con aria colpevole. «Mi dispiace, ma sei la nostra unica possibilità. Puoi trattenerli spingendoli contro le pareti e aprirci un passaggio. Un po’ come hai fatto con i vampiri durante la sera della recita.»
Michelle sporse il viso in avanti e guardò i serpenti attraverso l’uscio. Poi si voltò verso l’amico e deglutì. «Se non c’è altro modo…»
«Non è affatto un a buona idea» si oppose Kerry. «Ha appena detto di non essere sicura di mantenere il controllo e se nel panico li lasciasse andare? Ci sarebbero addosso in un secondo!»
Billy posò una mano sulla spalla sinistra di Michelle. «So che non accadrà. Ce la farai, mi fido ciecamente di te.»
Michelle fece un debole sorriso e mosse un passo in avanti. Cercò di richiamare il potere e la trasformazione, ma tutti quei sibili la distraevano. Tentò chiudendo gli occhi, ma sul suo viso si dipinse una smorfia di terrore. Si girò verso Billy e ammise: «Non ci riesco. Mi terrorizzano troppo.»
«So come aiutarti» Kerry si fece avanti e la spinse con forza nella stanza.
Prima che Billy potesse intervenire, Michelle lanciò un urlo. Vide i serpenti srotolarsi per raggiungerla e i capelli della ragazza passarono dal rosso al nero, alzò le braccia e i serpenti furono schiacciati con violenza contro le pareti ai loro lati.
Michelle si voltò verso Kerry, il viso rabbioso e le vene scure su fronte e guance e occhi totalmente scuri come la pece. «Non provarci mai più, o ti stacco la faccia» le ruggì contro.
Billy entrò a sua volta nella stanza. «Tranquilla, non accadrà di nuovo. Ora sbrighiamoci.» Le passò accanto e si fermò in attesa degli altri due ragazzi.
Kerry rimase immobile a fissare l’altra ragazza. L’espressione del suo volto era indecifrabile, poteva essere timore, come rabbia. Kenny le prese la mano e se la tirò dietro. «Avanti, procediamo» disse, mettendosi alle spalle dei due alleati forzati.
Proseguirono in quel modo. Billy guardava davanti a sé, osservando i rettili che facevano guizzare la lingua biforcuta tra le fauci e li scrutavano con piccoli occhi da predatori, mentre la forza invisibile li spostava dal pavimento e li teneva pressati sui muri. Lanciò una sguardo a Michelle, notando il sudore sulle tempie e intuendo potesse essere dovuto alla fatica, quanto allo stress. Con la coda dell’occhio controllò anche i gemelli dietro di loro. Kerry teneva il viso e lo sguardo basso e stringeva la mano del fratello. Kenny camminava guardingo spostando velocemente gli occhi dagli animali alla strada davanti a loro.
Continuarono in quel modo per una decina di minuti, fin quando Billy intravide una figura nell’ombra vicino alla caldaia, con l’anta aperta, emanava delle fiamme rosse e gialle.
«Non ce la faccio ad andare avanti» disse all’improvviso Michelle.
Billy guardò per terra: i serpenti erano stati tutti eliminati dal loro cammino e ammassati alle pareti. Sentiva i loro sibili e lo strusciare dei corpi squamosi come un rumore di fondo. «Manca poco, ce la puoi fare.»
Michelle scosse la testa. «Non hai capito. Se mi allontano da questo punto, perderò la presa e i serpenti saranno liberi. Dovete proseguire e io rimarrò qui a mantenerli lontani.»
«Ma… »
«Non c’è tempo per discutere» lo interruppe Kenny. «Prima facciamo quello che dobbiamo fare, prima tutto questo svanirà.» Passò a fianco di loro due e li superò con Kerry che lo seguì senza fiatare.
Michelle contrasse la mascella. «Non pensare a me, tieni d’occhio quei due. Non mi fido di loro.» Provò a sorridere, ma non le riuscì. «Vai, Billy.»
Lui annuì, ma non era affatto tranquillo. Aveva abbandonato tutti i suoi amici e, per la prima volta da quando ricordava fosse iniziata questa storia, era solo contro il male.
«Farò più in fretta che posso» disse Billy all’amica  e rincorse i due ragazzi davanti  a lui. Si girò indietro una volta sola, notando come la figura di Michelle si facesse sempre più piccola mentre si allontanava.  Raggiunse i compagni e li afferrò entrambi per una spalla. «Non fate niente, finché non ve lo dico io.»
«Va bene, va bene» sbottò Kerry, ritrovando la sua strafottenza. «Basta che la finiamo. Questa giornata sta diventando troppo lunga.»
Billy camminò accanto a loro, finché non furono a pochi centimetri dalla figura ancora con il volto in parte coperto dalle ombre.  Era in piedi, alla destra alla caldaia aperta. Non sembrava il modello moderno che avrebbe dovuto essere installato a scuola. Gli sembrava più un vecchio forno, ma pensò potesse essere anche quello frutto della distorsione.
Billy si schiarì la gola. «Non siamo qui per farti del male. Vogliamo solo parlare.»
«Parlare?» ripeté la voce della persona di fronte a loro. Era un maschio e aveva un tono tra l’offeso e lo stanco. «Non abbiamo nulla da dirci.»
Il ragazzo infilò le mani nel fuoco, buttava fuori lingue rosse e gialle e sul palmo gli si depositò della cenere scura. La soffiò nell’aria e invece che disgregarsi, questa si raggruppò, dando forma a qualcosa.
«Oh no…» sussurrò Kenny e Billy si accorse che adesso era lui a stringere con forza la mano della sorella nella sua.  
Una sagoma raccapricciante si materializzò a poco, a poco davanti a loro tre, dando conferma a Billy che era stata davvero una scelta stupida non portare neanche un’arma.

 

 
                                              Continua…?

Nessun commento: