lunedì 19 giugno 2017

Risveglio della Strega - Una storia de LA CONGREGA: Puntata 5


C’erano giorni in cui Amanda odiava vivere in una piccola città come Dark Lake e atri in cui lo adorava. Quel pomeriggio, per fortuna, apparteneva alla seconda categoria.
Strinse il sacchetto di plastica al petto, infilò la chiave nella serratura e spalancò la porta di casa. – Sono tornata! – Fece mezzo giro su se stessa per chiuderla e i riccioli rossi le ricaddero sulla spalla sinistra. Si tolse la giacca e l’appoggiò a un braccio dell’appendiabiti in legno.
Avanzò nel soggiorno e si sedette sul divano. Estrasse dal sacchetto la confezione rettangolare avvolta nella plastica e sorrise compiaciuta. Finalmente la terza stagione in DVD di Una Mamma per Amica era stata recapitata al negozio. La commessa l’aveva prelevata dallo scatolone davanti a lei e le aveva detto che in realtà avrebbe dovuto aspettare fino a domani per poterlo acquistare, ma vista la sua impazienza, avrebbe fatto uno strappo alla regola.
Il sorriso di Amanda si allargò, ripensando che con la commessa si erano viste quasi ogni giorno, attenendo che la copia esaurita arrivasse. Le aveva raccontato come aveva convinto sua madre a guardare quella serie con lei, facendola appassionare; del fatto che non seguivano insieme una serie tv da anni e aveva aggiunto che per loro era diventato un rito settimanale e si erano abituate al ritmo: se avessero aspettato il giorno dopo, avrebbero saltato la loro serata madre/figlia. Questo, e il fatto che ormai conosceva ogni particolare di quelle serate, aveva spinto la commessa a trasgredire la regola che gli arrivi pomeridiani vanno venduti il giorno successivo. E così vivere in una piccola città, dove potevi farti conoscere da chiunque, era diventato un vantaggio.
Scartò la confezione dei sei dischi e afferrò dal mobile vicino il telefono cordless. – Mamma, ordino come al solito – gridò Amanda. – Pizza vegetariana e ravioli al vapore e involtini primavera dal ristorante cinese. Vuoi altro? 
Premette i primi numeri sulla tastiera, ma Cynthia Rich la bloccò. – Aspetta, c’è stato un cambiamento di programma.
Amanda si voltò e vide sua madre scendere le scale del primo piano con indosso un vestito blu lungo, con un leggero spacco sulla sinistra, uno scialle di seta viola avvolto sulle spalle e orecchini e collana in oro bianco.
– Ma oggi è giovedì, la nostra serata con le Gilmore.
Cynthia si avvicinò al divano e le accarezzò la guancia. – Lo so, tesoro, ma mentre eri fuori mi ha chiamato Josh Newman. Te lo ricordi? È il rappresentante dell’ufficio marketing della casa editrice con cui collaboro. Mi ha fatto diversi favori questo mese e mi ha invitato fuori a cena, mi sembrava scortese dire di no.
Amanda chiuse il telefono e lo risistemò sulla base. – Lo hai già visto due volte settimana scorsa e siete usciti insieme lunedì. Ti sei già sdebitata abbastanza. Non potevi inventare una scusa e rimandare?
– Te l’ho detto, sarebbe stato scortese. E poi sai come vanno queste cose… – La madre le stampò una bacio sulla fronte, lasciandole la traccia del rossetto. – Devo andare a risistemarmi il trucco e i capelli. Josh sarà qui tra poco. Ma tu ordina pure la cena, ti lascio i soldi sul tavolo in cucina.
Amanda si pulì la fronte con il dorso della mano, mentre lei tornava verso la scale, e risaliva al piano di sopra. Guardò la confezione dei dischi e la allontanò. Sbuffò e imbronciata, incrociò le braccia sul petto. Sapeva benissimo come andavano queste cose, per sua madre era quasi diventato un rituale fisso.
Dopo il divorzio da suo padre, per motivi a lei incomprensibili, erano rimaste solo loro due. All’inizio era stato difficile, sua madre piangeva sempre e lei non sapeva come consolarla, poi a aveva iniziato a uscire con qualche uomo. La svolta era avvenuta con David Benson, il responsabile di una catena di librerie, si erano incontrati per questioni di lavoro e frequentandosi avevano trovato altro in comune. David sembrava l’uomo della sua vita, non importa se all’epoca fosse già sposato, tanto che pochi mesi dopo era diventato il secondo marito, Amanda però non lo aveva mai considerato il suo patrigno. Anche perché non c’era stato il tempo. In meno di un anno, sua madre aveva divorziato.   
E da quel momento erano iniziate a girare le voci e i pettegolezzi. La “mangiauomini” la chiamavano in città. Lei non ci dava peso e Amanda cercava di fare lo stesso. Proprio dopo il secondo divorzio, avevano dato il via alla tradizione del giovedì sera con Una Mamma per Amica, il rapporto tra le due protagoniste poteva ispirare sua madre per ricominciare da capo anche nel rapporto tra loro, ma non aveva funzionato. Lo aveva negato a se stessa, ma dal primo giorno in cui aveva menzionato Josh Newman, sapeva che si sarebbe ripetuta la stessa storia di David Benson. A confermare i suoi timori ci avevano pensato i nuovi pettegolezzi per tutta Dark Lake e adesso, la cena improvvisa che  mandava all’aria i loro piani, era solo l’ultima, innegabile prova.
Amanda si alzò dal divano, raccolse il cofanetto con i DVD e afferrò di nuovo il cordless.  Compose il numero della pizzeria e si diresse in cucina. – Pronto, vorrei ordinare una big special con sopra tutto, tranne ananas. – Attese che il commesso prendesse nota, poi le ripeté l’indirizzo memorizzato con il numero. – Esatto. Può consegnarla per le otto? Grazie. – Chiuse l’apparecchio e salì di corsa le scale per andare in camera sua.
Abbandonò il suo acquisto sulla scrivania bianca e si stese sul piumone che copriva il letto. Non aveva nessuna intenzione di farsi trovare in soggiorno e dover salutare il signor Newman. Qualsiasi particolare su di lui o sulla serata, lo avrebbe saputo domani a scuola. La madre di qualcuno avrebbe incontrato la sua al ristorante e di certo diffuso il bollettino, mentre la figlia di turno faceva lo stesso al liceo.
Amanda afferrò l’unicorno azzurro di peluche al suo fianco e lo strinse al petto.  – Odio vivere in una piccola città!

Camminando nel corridoio della scuola con la testa chinata sul foglio della lista dei preparativi del matrimonio di sua madre, Amanda andò a sbattere contro qualcuno. Prima che potesse cadere all’indietro, un paio di mani forti la sorressero per le spalle. – È tutto a posto?
– Si scusa, non guardavo dove andavo e… – Amanda ammutolì. Chi le aveva appena evitato di fare una brutta figura, oltre che una dolorosa caduta, era il ragazzo che le piaceva dal primo anno del liceo. Raul Bishop. – Scusa.
Raul sorrise. – Me lo hai già detto. È colpa anche mia.
– No, no – insistette lei, arrossendo. – Stavo leggendo ed ero distratta.
– Deve essere qualcosa di molto avvincente – le disse, allontanò le mani da lei e si sporse per guardare il foglietto.
Amanda rimase estasiata a osservare il volto del ragazzo a pochi centimetri dal suo. Non erano mai stati così vicini. E non si erano nemmeno scambiati così tante parole. La conversazione più lunga che aveva fatto con lui era stata per farsi indicare dove fosse la biblioteca.
– Ah, sei presa dal matrimonio – riprese lui. – Sarai emozionata.
Amanda ritornò dolorosamente e violentemente alla realtà. Il matrimonio tra sua madre e Josh Newman le dava la nausea. Era stato organizzato tutto in fretta e furia, dopo solo tre settimane di frequentazione, ed erano già partite le scommesse su quanto sarebbe durato. – Più che altro stanca – rispose, essendo sincera per metà.
– I miei genitori verranno – continuò Raul. – Fai gli auguri agli sposi da parte mia. – Le regalò un altro sorriso e poi si spostò per proseguire per la sua strada.
Amanda pensò che forse quel matrimonio poteva servire anche a lei. Raul non era incluso nell’invito, ma poteva essere l’occasione giusta per chiedergli un appuntamento e averlo come accompagnatore, avrebbe reso quella giornata un vero motivo di festa. Presa dell’enfasi si buttò: –  Aspetta, Raul.
Lui si girò a guardarla.
– Ecco… mi chiedevo, se per quel sabato, quello del matrimonio, non hai impegni, a me farebbe piacere un…
– Eccoti qui. – Una ragazza dalla pelle olivastra e lunghi capelli neri, afferrò Raul per un braccio e lo baciò sulle labbra. – Muoviti, o faremo tardi a biologia.
– Un attimo – rispose Raul. – Amanda, cosa stavi dicendo?
Amanda andò nel panico. Conosceva la ragazza: Isabella Sutton. Anche i suoi genitori avevano confermato la loro presenza al matrimonio. E a scuola spesso aveva visto i due insieme. Non sapeva però che fosse la ragazza di Raul. – No, niente di particolare. Mi chiedevo… anche se non è specificato nell’invito… se tu, cioè voi, avevate voglia di venire quel sabato, al matrimonio. Sapete, non ci saranno molti ragazzi, così…
Loro si scambiarono un’occhiata.
– Mi dispiace, ma abbiamo già un impegno – disse Isabella.
Ad Amanda sembrò sinceramente dispiaciuta, ma si sentì comunque un’idiota per aver fatto quella proposta. E per non aver ragionato prima sulla possibilità che tra loro ci fosse una rapporto intimo.
– Vedrai che non sarà tanto tremendo – cercò di rincuorarla Raul. – Ci vediamo in giro.
Amanda annuì e loro si allontanarono. Sembravano molto affiatati come coppia e lei era stata la solita stupida. Per una volta che i pettegolezzi potevano evitarle un’amara sorpresa, non ci era sttaa attenta. Come se la sua vita non fosse già in caduta libera, a soli tre giorni dal matrimonio, aveva scoperto che il ragazzo che le piaceva era già impegnato. – Maledizione! – imprecò sottovoce.
Camminò ad ampie falcate verso il suo armadietto. Pensò che ogni cosa era destinata ad andare per il verso sbagliato. Spalancò l’anta e buttò dentro il foglio con l’elenco delle mansioni affidatele da sua madre. Il suo modo per coinvolgerla, le aveva detto, per farle sentire che la sua partecipazione era importante. Frottole. Era solo il modo per scaricarsi la coscienza. Afferrò il quaderno ad anelli e sbatté con rabbia l’anta.
– Sei una vera furia, Riccioli Rossi – disse una ragazza coi capelli neri a caschetto, comparsa alla sua destra, dopo che aveva chiuso l’armadietto. – Mister e Miss Perfezione ti hanno messo di cattivo umore?
Amanda sapeva anche il suo nome: Morgana Mayer. Anche suo padre era tra gli invitati, ma aveva risposto negativamente. – Cosa?
– Non devi stare sulla difensiva, a Morgana piace scherzare.
Amanda si girò a sinistra. Era arrivato un altro ragazzo, Damian Crest, con lui frequentava un paio di corsi e nessuno dei suoi genitori figurava negli inviti. In realtà lo conosceva anche perché su di lui giravano diverse voci… ambigue. Ricordò che in verità giravano su entrambi, facevano coppia fissa e quando c’erano in giro loro accadevano spesso cose strane.
– Abbiamo sentito che cerchi compagnia per il ricevimento di nozze di tua madre – continuò lui. – Se vuoi, noi possiamo liberarci.
– Non saprei, i vostri genitori non vengono…
– E allora? – replicò Morgana. – Non è un problema. E siamo molto più divertenti dei due che cercavi di accalappiare poco fa.
– Mi stavate spiando? – domandò Amanda. Era più incuriosita che infastidita. Perché tanto interesse per lei? Quei due non l’avevano mai considerata.
– Spiare, che brutta parola – commentò Morgana. Le passò dietro e si strusciò addosso a Damian, che l’accolse tra le braccia.
– Passavamo qui in corridoio e abbiamo sentito la conversazione – disse lui. Si staccò dagli armadietti e s’incamminò con Morgana. – Pensa alla nostra offerta.
Amanda li seguì mentre attraversavano il corridoio e svoltavano per salire le scale. Forse quei due avrebbero di certo movimentato la giornata, ma erano anche un rischio e non se la sentiva di correrlo. Alla fine, avrebbe recitato la parte della brava figlia, ancora una volta.


                                                       Continua...

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