lunedì 27 novembre 2017

Darklight Children - Capitolo 56


CAPITOLO 56

A caccia

 
Angelo Moser spruzzò con il dispenser una parte del liquido ambrato della boccetta stretta nella mano sinistra. A prima vista poteva sembrare una confezione di profumo, ma in realtà era una pozione rintraccia demone. «Da questa parte.»
Yuri e Davide lo seguirono oltre l’ingresso di un grande parco, illuminato da una coppia di lampioni dalla plafoniera a forma di palloncino.
Angelo aveva fissato l’incontro con i ragazzi davanti al suo negozio, alle prime ore della sera. Al momento di usare la pozione, aveva proposto che le ragazze rimanessero in un luogo sicuro durante la loro battuta di caccia. Nessuno di loro era preparato per la lotta, ma i poteri dei due maschi si erano rivelati quelli più utili nel confronto con i demoni trasformati. Sara si era opposta, e Angelo no ne era stato affatto sorpreso, ma era ricorso alla democrazia e per sua fortuna, dopo aver messo ai voti la questione, la maggioranza gli aveva dato ragione.
La pozione dispersa nell’aria lasciò una scia color verde luminescente, come aveva fatto lungo tutto il tragitto percorso dal Portale Mistico fin lì, e si diffuse fino nelle profondità del viale alberato. Mentre lo percorrevano, Davide chiese: «Siamo sicuri che sia proprio il nostro demone?»
«Sì. Dai vestiti di Yuri ho recuperato alcuni frammenti di squame carbonizzate e le ho mischiate alla pozione» rispose Angelo.
«E quando lo rintracciamo, cosa facciamo per fermarlo?» s’informò Yuri. «Abbiamo visto che è molto rapido e a parte la paura per il fuoco, non credo abbia altri punti deboli.»
Angelo continuò ad avanzare tenendo lo sguardo puntato sulla traccia luminosa che iniziava a sbiadire. «Non sarà necessario imprigionarlo interamente come avete fatto la prima volta. Basterà chiudergli la testa in un campo di forza.»
«E si aspetta che lo faccia io?» domandò Davide. «Non sono ancora così esperto da concentrami solo su un dettaglio cosi specifico.»
«Ci aveva anche detto che soffocarlo serviva solo a fargli vomitare l’embrione, se non si era ancora trasformato completamente» aggiunse Yuri
Angelo si bloccò. «Non ti preoccupare, Davide. Ti guiderò io.» Poi si rivolse al’altro e rispose: «Questo demone si è impossessato di un corpo umano e a differenza dei demoni originali, una delle poche debolezze di cui non può disfarsi è il bisogno di immettere ossigeno nei polmoni. Soffocarlo non lo libererà dalla possessione, ma lo ucciderà.»
Davide inarcò un sopracciglio. «Prima o dopo che ci avrà fatto a pezzi?»
Un urlo di terrore di una voce femminile, proveniente dalla zona più oscura del parco, mise fine alla discussione.
Angelo e i suoi due compagni corsero in quella direzione, senza aver più bisogno della pozione per sapere dove si trovasse il demone. Arrivarono in uno spiazzo in cui erano disposte un paio di panchine. Sopra la prima, l’ex-bibliotecario teneva sollevato da terra un ragazzo ventenne, stringendolo con entrambe le mani. Con la schiena appoggiata al sedile della seconda panchina, la ragazza che aveva emesso l’urlo, con i capelli castani in disordine, tremava seduta per terra e guardava impotente e sconvolta la scena.
Angelo ordinò a Yuri: «Colpiscilo alla schiena.»
Il ragazzo infiammò i palmi delle mani e li puntò contro il demone, disturbato dal loro arrivo. Spire di fuoco guizzarono contro di lui bruciandogli le squame della parte sinistra del dorso e del braccio dello stesso lato. Non emise alcun lamento di dolore, però reagì mollando la presa sulla vittima, e lo lasciò cadere con un tonfo a pochi centimetri dalla compagna.
Vedendoli impalati e ancora scossi per la bizzarra e incredibile aggressione, Angelo urlò: «Scappate!»
Il ragazzo si riscosse per primo, tirò a forza in piedi lei e la trascinò via.
A quel punto il demone buttò la testa all’indietro e aprendo la bocca, ululò come un lupo alla luna. Il suo verso era carico di rabbia. Avanzò sicuro contro il suo nemico, scontrandosi contro il fuoco, ma non scappando più dalle fiamme.
«Abbiamo perso il nostro vantaggio» disse Yuri. «Ha superato presto la sua paura.»  
Angelo afferrò Davide per le spalle e, rimanendo dietro di lui, disse: «Tocca a te. Non devi fare niente di diverso dal solito modo con cui ricorri al tuo potere. Non pensare però a bloccarlo interamente. Fissa la tua attenzione sulla testa: è quello il tuo obbiettivo.»
Davide deglutì a vuoto. Puntò le mani verso il demone, ormai a pochi passi da Yuri, e sopra le sue corna comparve la mezza sfera di una cupola. Mentre procedeva nel formarla, questa scese a gran velocità verso il basso, avvertendo il nemico del pericolo con le sue pareti opache.
Il demone si gettò in avanti, spinse lontano Yuri e poi con un salto, si lanciò oltre le teste degli altri due, planando dietro di loro.
Yuri si rialzò velocemente. «Non fatelo scappare!»
Angelo si voltò di scatto. Davide lo imitò e lui lo esortò: «Riprova e focalizza bene la forma nella mente.»
Il demone non aspettò di essere ingabbiato  e brandendo gli artigli delle dita affusolate, si avventò sulle prede.
Davide puntò sicuro il braccio sinistro contro il demone e con le dita piegate come se stesse sorreggendo una pallina da tennis, creò una bolla trasparente intorno alla testa cornuta del demone.
La bestia infernale si fermò. Graffiò con foga la bolla. Si dimenò da una parte all’altra, prese addirittura a colpire ripetutamente e violentemente con il capo il tronco di un albero. L’unico effetto che ottenne fu di spezzarlo in due, mentre la copertura sferica non si sfaldava.
Davide tenne stretta la presa, Angelo però noto che a ogni tentativo del demone di liberarsi, il ragazzo stringeva i denti per trattenere urla di dolore. «Resiti.»
«Non ce la faccio più» replicò lui.
«Tieni duro» lo incitò di nuovo.
Dopo una lotta sfrenata, il demone si placò all’improvviso. Immobile, con gli occhi rossi rivolti all’insù, si accasciò a terra, sollevando sbuffi di terra in un rumore fragoroso.
Rimasero tutti fermi. Angelo fissò la bestia, poi osservò Yuri e infine Davide con il braccio teso. Riportò quindi gli occhi sul demone e lo trovò ancora riverso sul terreno.
Prese coraggio e avanzò verso l’essere. Si piegò sulle ginocchia lo scrutò minuziosamente. Gli occhi vitrei gli tolsero ogni dubbio. Angelo sollevò il capo e disse: «Puoi far sparire il campo di forza.»
Davide ubbidì, abbassò il braccio e la sfera di energia trasparente si sgretolò.
«È sicuro?» chiese Yuri.
Angelo annuì e si rialzò. «È morto.»
Davide si avvicinò con cautela al corpo disteso. «E ora? Lo lasciamo qui?»
«No, ovviamente. Troppe persone sono a conoscenza dell’esistenza di questi ibridi. Dobbiamo sbarazzarci del cadavere. Devi farlo tu Yuri.»
Lui avanzò sollevò le braccia e poi chiese: «Siamo certi che brucerà come un qualunque cadavere?»
«Puoi stare tranquillo» rispose Angelo. «Diverrà cenere senza effetti collaterali.»
Il ragazzo si piegò in avanti, mentre Davide arretrava. Fiammelle rosse e gialle spuntarono dai polpastrelli delle sue mani. Si inginocchiò e le posò sopra il demone morto. Lascio scivolare sulle sue squame le fiamme in modo che fossero libere di avvolgerlo interamente.
Angelo osservò i due giovani illuminati dalla luce del fuoco e sorrise. Non si era sbagliato. Se avessero accettato l’addestramento, sarebbero diventati dei guerrieri eccezionali.

 
Continua…

lunedì 20 novembre 2017

Darklight Children - Capitolo 55


CAPITOLO 55

Seconda lezione di incubazione demoniaca

 
«Non capite? Questo è proprio quello che vuole» disse Sara, chiudendo la fila dei quattro compagni che le camminavano davanti a coppie. «Quell’uomo non aspetta altro che avere una scusa per obbligarci a entrare nell’Ordine.»
«Purtroppo non abbiamo alternativa» rispose Naoko, subito prima di lei con vicino Sabrina. «Dobbiamo rivolgerci a lui.»
 Sara sbuffò. Non amava essere in minoranza nelle decisioni e nemmeno essere obbligata a fare qualcosa che non la convinceva. «Non ci siamo neanche fermati a parlarne un attimo Siamo usciti da scuola e siamo subito venuti qui, senza nemmeno mangiare un boccone.»
In testa al gruppo, Yuri si voltò per guardarla. «Non abbiamo tempo da perdere.»
«Ma ce la siamo cavata bene anche da soli» insistette lei.
Davide emise un risolino. «Come no. Una favola.» Lo vide scuotere la testa. «Abbiamo avuto solo fortuna e dopo due volte, non proverei a sfidarla ancora.»
Sara non sapeva dare una motivazione precisa, le definiva più una serie di sensazioni, ma non si fidava di Angelo Moser. Era convinta che accettare il suo aiuto, avrebbe portato altri guai. Ebbe il timore di dovere quei pensieri alla parte di Sayka in lei, e per una volta decise di passarci sopra, ignorare un avvertimento conscio o meno era peggio. «E se cercasse di incastrarci? Di ricattarci per quello che sta succedendo a tutte queste persone?»
«Non dire sciocchezze. Se avesse voluto farlo, ci avrebbe provato la prima volta che gli abbiamo raccontato del bidello» rispose Sabrina.
«E poi nessuno di loro è rimasto ferito. Forse possiamo ancora salvare il bibliotecario, come abbiamo fatto con il bidello» precisò Yuri.
Ancora un rifiuto ad ascoltarla. Quest’ultimo le diede più fastidio dei precedenti perché le sembrava un’alleanza tra Sabrina e Yuri. Anzi, Sara aveva l’impressione si fossero coalizzati tutti contro di lei. «E  se non fosse possibile salvarlo?» provò a stuzzicarli. «Accettereste di diventare degli assassini per lui?»
Sabrina si fermò. Si girò, mettendosi di fronte a lei. «Sai cosa si prova sentirsi colpevoli della morte di qualcuno. Tutti noi lo sappiamo. Per questo non dobbiamo permettere che accada ancora. Mi dispiace se il bibliotecario dovesse morire, ma se per farlo vivere dovessi lasciare che uccida dieci, cento, o mille altri innocenti, non lo risparmierei. Ormai è un demone, non lo ha scelto, ma è quello che è diventato.» 
Sara rimase in silenzio a fissarla. Era la prima volta che la vedeva tenerle testa così risoluta. E le dava ancora più fastidio, una volta riflettuto e messo da parte le sue sensazioni, doverle dare ragione. Ricordò con angoscia cosa aveva provato nel venir perseguitata da una vittima di Sayka, non sapeva se si sarebbe ripetuto, ma non voleva aggiungere nuovi nomi alla lista dei morti per le sue azioni, del passato o del presente, e scoprire in quali altri modi potevano tormentarla.
Sabrina tornò a procedere, come gli altri e lei fece altrettanto, rinunciando all’idea di opporsi.
Un cliente uscì dal cancello del Portale Mistico e li obbligò a rompere la formazione. Davide aprì la porta e rimase in attesa che entrassero gli altri. Quando fu all’interno, Sara individuò Angelo intento a chiudere il ricevitore di cassa.
L’uomo alzò la testa dal macchinario e li osservò entusiasta. «Buongiorno a tutti. Speravo che sareste passati. Ho delle novità.»
«Anche noi» replicò Yuri. «E non le piaceranno.»
«Ancora demoni?» domandò Angelo.
Sara non rispose, ma Yuri, Naoko e Sabrina annuirono nello stesso momento.
«Ho capito. È meglio andare di sotto.» Angelo uscì da dietro il bancone e controllò che sistemi di allarme mistico e tecnologico fossero attivi. Passò tra di loro e chiuse a chiave la porta, girando come da abitudine il cartello. «Sbrighiamoci, dalle vostre facce credo sia più grave di quanto mi aspetto.»
Lo seguirono nel magazzino che avevano scoperto durante la loro visita precedente e trovarono le sedie già disposte in cerchio.
Sara sentì riemergere la sua diffidenza e lo guardò con fare accusatorio. «Sembra che ci stesse aspettando.»
«Come vi ho anticipato, speravo di avere l’occasione di incontrarvi. È arrivata una parte del materiale che avevo richiesto all’Ordine e volevo sottoporvelo» spiegò, sollevando una scatola posta accanto all’ingresso con sopra un timbro in cera lacca, simile a quello di una casata nobile.
«Ha i Registri che ci riguardano?» domandò Davide, prendendo posto.
«No, non li hanno ancora inviati. Potrebbero arrivare tra qualche ora» rispose, sedendosi a sua volta e sistemando la scatola aperta accanto al piede destro. Attese che anche gli altri si accomodassero e poi continuò. «Ma credo che quello che c’è qui dentro, ci sarà più utile in questo momento. Immagino vogliate parlarmi di un nuovo attacco?»
Sara aprì la bocca, ma Yuri si schiarì la voce e disse: «Sì, è successo questa mattina. Ero in biblioteca, quando il bibliotecario si è trasformato davanti ai miei occhi. Mi ha assalito e quasi mangiato vivo, se non fossi riuscito a contattare mentalmente Sara che ha riunito gli altri.»
Angelo le lanciò un’occhiata come se volesse scrutarla nel profondo. Poi tornò a rivolgersi a Yuri. «Quindi, a differenza dell’assalitore precedente, quello di oggi era un uomo senza alcun segno evidente di una mutazione in atto?»
«No, aveva delle chiazze sul collo, ma era coperto con i vestiti e quando me ne sono reso conto era già troppo tardi.»
Davide lo guardò confuso. «Se hai visto le chiazze, perché non sei scappato subito?»
Yuri rimase in silenzio. 
Sara notò l’espressione cambiare all’improvviso. Nei suoi occhi non trovò più il capo deciso che li guidava. Vide solo un ragazzo spaventato. Terrorizzato da qualcosa che aveva visto. O rivissuto.
Lui incrociò il suo sguardo nello stesso istante e la voce di Yuri, le risuonò nella mente.
Perché quello che ho visto prima era più spaventoso. Un fantasma grigio.
D’istinto, gli parlò telepaticamente. È successo anche a te?
Yuri la fissò allarmato e poi guardò altrove. Sara capì cosa provava e non aggiunse altro, prendendo quel gesto come un assenso. «Non è questo il punto» disse poi per andargli in aiuto. «Il problema è che si è trasformato all’improvviso e molto più velocemente di quell’altro. Deve spiegarci come mai c’è questa differenza per ogni mutamento.» 
«Suppongo dipenda da quanto tempo ha impiegato l’uovo ad attecchire nell’ospite» rispose Angelo, afferrando il primo volume dall’interno della scatola vicino a sé. Aveva una copertina rigida color rame con diversi disegni in rilievo. L’aprì delicatamente  e girò le pagine fino a quella in cui aveva posto un normale segnalibro di cartone. «Presupponendo che le uova siano state impiantate tutte nello stesso momento e non in periodi diversi, bisogna tenere conto di come reagisce il corpo ospite. Probabilmente Barbieri si è premurato che non ci fosse un rigetto, dopodiché l’uovo ha dovuto nutrirsi dell’organismo in cui si è trovato per poter essere pronto in un secondo momento a prendere il sopravvento. Quando si è creato un ambiente favorevole, ha avuto inizio la procedura per schiudersi.» Si fermò nuovamente e girò la pagina. Seguì con il dito indice destro le frasi e dopo qualche riga riprese. «Ecco, qui spiega che ogni uovo ha una tempistica di mutazione sul corpo dell’ospite determinata in base alla resistenza con cui le difese immunitarie continuano a combatterlo, anche dopo che l’attecchimento è avvenuto.»
«In poche parole è come un batterio, o un virus. Più il fisico della persona a cui è stato iniettato è forte e in salute, più a lungo ci impiega a infettarlo, rimanendo quindi in incubazione» disse Naoko.
Sara e gli altri si voltarono a guardarla stupefatti.
«Perché fate quelle facce?» domandò lei. «Non è così strano che io sappia queste cose. Mio padre  è un medico. Sento questi discorsi da quando ho sei anni.»
«Ok, però se la consideriamo come una malattia, ci deve essere anche una cura» dedusse Sabrina.
Angelo sfogliò per la terza volta il libro dall’apparenza antica. «Non esattamente. Se l’uovo è ancora in fase di incubazione e il soggetto ospite mostra solo i primi segni della trasformazione, è possibile aiutarlo facendogli espellere il parassita demoniaco. L’embrione ha infatti bisogno di ossigeno per svilupparsi e sopravvivere insieme al suo corpo, quindi soffocando momentaneamente l’ospite, la mancanza d’aria lo spingerà a liberarsi dell’intruso.»
Sara annuì, ma nessuno se ne accorse. Quella spiegazione le tornò alla mente, come se l’avesse già sentita in passato…
Davide si sporse in avanti. «In effetti la mia barriera era piuttosto stretta la prima volta in cui abbiamo avuto a che fare con quei tizi, e il bidello si agitava talmente tanto che deve avere esaurito in pochi secondi tutta l’aria presente.»
«E se l’ospite si è trasformato completamente?» domandò Yuri. «Come si fa a farlo tornare normale?»
«Purtroppo è impossibile» rispose Angelo in tono grave. «Quando la trasformazione è avvenuta, l’essere umano perde la sua umanità e l’anima è totalmente corrotta, rendendolo un demone. All’inizio è preda di istinti famelici, quasi animali. Può imparare a controllarli, a comportarsi in parte come la creatura che era prima, ma resterà pur sempre soggiogato dalla violenza e dal bisogno di uccidere, solo per il gusto di farlo. La mutazione è irreversibile.»  
Sabrina impallidì. «Ci sta dicendo che dobbiamo uccidere il bibliotecario?»
Angelo la guardò perplesso. «Credevo lo aveste già fatto.»
Sara passò in rassegna i volti dei suoi compagni, tutti sconvolti, e represse il bisogno di dire “Ve lo avevo detto che non c’era da fidarsi.”  
«È riuscito a fuggire» rivelò Davide. «Era molto rapido, in qualche modo ha visto le pareti invisibili che stavo costruendo per imprigionarlo e le ha saltate.»
L’uomo scattò in piedi. «Avete lasciato un demone in libertà?»
«Perché crede che siamo venuti qui?» sbottò Sara irritata. Come si permetteva di trattarli in quel modo? «Avrà sicuramente qualche aggeggio o incantesimo per rintracciarlo.»
«Dovevate dirmelo subito. Se trova chi può risvegliare gli embrioni a comando, la situazione può diventare pericolosa.» Angelo ripose il libro nella scatola e si chinò a cercarne un altro.
«Ma l’altra volta ci ha detto che nessuno può farlo» ricordò Sabrina.
 «Vi ho detto che non sapevo come si potesse fare una cosa del genere» rispose, rialzandosi con un nuovo volume, dalla copertina color acciaio, aperto tra le mani. «Ora ho scoperto un possibile  piano originale: prevede l’uso di un non ben specificato Catalizzatore, uno strumento in grado di attivare tutti gli embrioni perché diventino demoni e prendano parte al sacrifico per  liberare DiKann.»
Sara si alzò dalla sedia. «Sapevamo che io e Leonardo eravamo gli unici a poter rompere il Sigillo.»
«E in principio lo credevo anche io. Ma dopo aver consultato questo nuovo materiale, ho scoperto che il rito è molto più complesso. Quando gli Anziani Originali bloccarono l’ingresso del Primo Inferno e i demoni nei regni infernali con il Sigillo, dopo la battaglia scatenata da Sayka e Lucen, lo fecero sacrificando le loro energie e i loro poteri. Per essere sicuri che l’accesso alla Terra fosse bloccato da entrambe le vie, legarono questo sacrificio a quello degli ultimi demoni rimasti sulla Terra, convinti in questo modo, che non ci fosse più alcuna possibilità per qualcuno di poter infrangere interamente il Sigillo.» Angelo trasse un lungo sospiro. «Mesi fa, però, Oliver Barbieri ha scoperto come spezzare la parte del Sigillo legata agli Anziani Originali, grazie a voi e all’incantesimo del Riciclo delle Anime, e che per rompere l’altra metà bisogna sacrificare dei demoni che camminano sulla Terra. E dato che non ne esistono da secoli, con l’aiuto di DiKann, ne ha creati di nuovi tramite le uova.»
Sara si sentì invadere dal panico. Le sue sensazioni erano corrette. Anche se non per scelta, quell’uomo annunciava guai e problemi. Non era finita. Il pericolo di DiKann era ancora reale.
«Questo vuol dire che se non riusciamo a trovare e liberare tutti quelli che hanno un uovo in corpo…  Naoko non riuscì a completare la frase.
«Saremmo costretti a ucciderli» concluse serio Yuri.
«Non c’è altra scelta» concordò Angelo. «Più uomini diventano demoni, più possibilità ha questo qualcuno in grado di usare il Catalizzatore di rompere la metà del Sigillo ancora intatta.»
«E cos’è questo Catalizzatore?» domandò Davide. «Come scopriamo chi ce l’ha?»
«Non lo so ancora scoperto, ma conto di farlo presto.» Angelo chiuse il libro che mandò nell’aria uno sbuffo di polvere. «Intanto, stasera, dovete prepararvi.»
«Per cosa?» chiese Sabrina.
«Non è ovvio? C’è un demone da stanare ed eliminare» rispose Sara. Era furiosa perché la sua vita stava imboccando  di nuovo la strada delle complicazioni, ma non avrebbe mai permesso a DiKann di liberarsi. «Dobbiamo andare a caccia.»

 
Continua…

lunedì 6 novembre 2017

Darklight Children - Capitolo 54


CAPITOLO 54

Combatti o fuggi

 
Yuri non perse altro tempo. Si girò e corse verso il tavolo, dove una volta superato, c’era la finestra che dava sul cortile della scuola, la sua unica via di fuga.
Il demone reagì ancora più rapidamente di lui. Lo raggiunse con un solo passo e lo afferrò per la giacca. Lo  sollevò da terra e lo lanciò sul tavolo. Yuri sbatté la schiena sulla superficie dura di legno e sentì scariche di dolore lungo tutto il corpo. L’ex-bibliotecario si gettò su di lui, pronto a divorarlo. Reagendo al pericolo, il ragazzo fece comparire le fiamme giallo-arancio sulle mani e afferrò i polsi del suo avversario.
Il demone lanciò un lungo latrato di dolore e poi impazzì. In qualche modo non riusciva a liberarsi dalla presa infuocata, ma la sua bocca era ora provvista di zanne e gli si lanciò con la testa contro il volto. Tentò a più riprese di morderlo e squarciargli la carne, ma Yuri era abbastanza veloce da scattare con il capo da una parte all’altra per evitarlo.
Non durerò a lungo pensò, schivando zanne, lingua biforcuta e bava. Aveva una sola possibilità e si augurò che la sua teoria funzionasse. Sara! Aiutami! Sono in biblioteca attaccato da un demone!

Sara era appena uscita dalla classe. Era stata l’ultima a concludere la prova. Il suo incidente le aveva fatto fare più tardi di quanto si aspettasse e non si era nemmeno impegnata a fondo nelle ultime due risposte, come aveva fatto con le prime.  Aveva altri pensieri che la tormentavano e una serie di domande inspiegabili, quando la sua mente venne invasa dalla voce di Yuri.
Sara! Aiutami! Sono in biblioteca attaccato da un demone!
«Yuri, sei tu?» domandò guardandosi intorno, ma non trovandolo accanto a sé. Poi, si rese conto che era una richiesta di aiuto, una specie di S.O.S. psichico che poteva udire grazie ai suoi poteri mentali. Corse nel corridoio, seguendo la voce nella mente come se l’eco rimbombasse tra le pareti, conducendola dove si trovava. Riuscì a focalizzare il luogo dove si batteva e preoccupata solo di raggiungerlo, ricordò che al negozio era bastato vederla perché i demoni si mettessero in fuga, ma se questa volta non fosse stato sufficiente? Si bloccò e decise di  rintracciare prima qualcuno degli altri compagni. Si girò, ma tra i ragazzi che le andavano incontrò non riconobbe nessuno dei suoi amici, finché notò la chioma bionda e lo zaino su cui ricadeva, di una ragazza a una ventina di passi davanti a lei.
La raggiunse e afferrandola per le spalle disse: «Sabrina, meno male che sei qui dobbiamo muoverci.»
Lei sollevò lo sguardo confusa. «Sara, cosa succede?»
«Yuri è in pericolo.» Le strinse le dita intorno al braccio destro e ricorse al teletrasporto.
Riapparvero all’interno della biblioteca con la porta chiusa alle loro spalle. Dalla loro posizione vedevano la scena come davanti allo schermo di un cinema.
Un muscoloso demone color giada tentava di azzannare Yuri, steso sul tavolo, mentre il ragazzo gli immobilizzava le mani artigliate con le sue fiammeggianti.
«Cosa facciamo?» domandò Sabrina in tono apprensivo.  
«Abbiamo bisogno del potere di tutti. Soprattutto quello di Davide: l’altra volta è stata l’unica arma vincente» spiegò Sara.
«Dovrebbe essere fuori. Avevamo appuntamento con Naoko in cortile, davanti all’entrata. Ci aveva detto che avevate la simulazione di esame, ma volevamo incontrarci per…»
«Me lo spiegherai dopo» la interruppe. «Vado a prenderli.» Usò ancora una volta la sua capacità di spostarsi da un luogo all’altro e svanì.

«No, aspetta...» provò a fermarla Sabrina, ma era troppo tardi.
Il secondo lampo di luce attirò l’attenzione di Yuri, ma non quella del demone.  
«Sabrina aiutami!» gridò il ragazzo.
Sabrina si preparò a usare la telecinesi, ma si bloccò vedendo il demone che si arrestava e si girava a guardarla. Quegli spaventosi occhi rossi incontrarono i suoi e lei provò un panico paralizzante, forte al punto da impedirle quasi di respirare. Se fosse stata attaccata, aveva un’altra vita di cui doversi preoccupare, oltre a se stessa.
Lui la scrutò per pochi secondi, dilatò le narici e fiutò il suo odore, come un animale da caccia e poi la ignorò e tornò a dimenare la mandibola contro Yuri.
Sabrina ebbe un attimo di sollievo, pensando che non la considerasse interessante, subito dopo si sentì in colpa. Doveva usare il suo potere e trascinare il demone lontano dal corpo del ragazzo, ma aveva paura per sé e per il suo bambino. Pensò che se il demone avesse fiutato ciò che aveva spinto il precedente a obbligarla a fuggire, qualche giorno prima a scuola, le si sarebbe già lanciato addosso. Invece non la degnava più di uno sguardo. Non poteva correre il rischio di attirare la sua attenzione.
«Sabrina!» le gridò ancora.
«Non so cosa fare» urlò, mordendosi il labbro. Una parte di lei era pronta a correre in suo aiuto, l’altra invece voleva restare ferma al sicuro. In ogni caso fremeva per spiegargli perché non si muoveva, voleva raccontargli che lo faceva per loro figlio.
La situazione però stava per peggiorare. Yuri non riusciva più a mantenere la concentrazione per tenere vivo il fuoco delle mani e al contempo deviare le zanne.
Se non agisco, mio figlio non avrà un padre. E sarà solo colpa mia  pensò. Con uno sforzo maggiore di quanto poteva sembrare a Yuri, Sabrina mosse titubante un primo passo verso di lui. Si fermò e attese per pochi secondi. Ne mosse un secondo e si rese conto che per essere certa di afferrare solo il demone, ormai avvinghiato al ragazzo, doveva essere molto più vicina. Terribilmente e pericolosamente più vicina.
Sabrina stava per muovere un terzo debole passo, quando dietro di lei comparvero Sara, Davide e Naoko.
«È ancora sopra di lui!» sbraitò Sara. «Perché non hai fatto niente?»
Naoko le si avvicinò. Sabrina sperò di poter contare ancora una volta sul suo supporto. «Il demone è praticamente avvolto intorno a lui, in questo stato Sabrina rischiava di sbatterli insieme telecineticamente da una parte all’altra, facendo solo del male a Yuri.»
 Sabrina annuì  e poi lanciò un rapido sguardo di riconoscenza all’amica, per averla tolta d’impiccio.
«In quella posizione non posso fare niente neanche io» ammise Davide. «È come al negozio: li bloccherei entrambi.»
«D’accordò» intervenne Sara. «Provo io.»
Sabrina  la osservò puntare lo sguardo sul demone e rabbrividì. C’era qualcosa in quel suo modo di fare, nel tono e nella postura che assumeva, che le ricordava il passato… la vita precedente… Sayka.
Pochi istanti dopo, il demone balzò all’indietro, emettendo un nuovo verso lamentoso, si tenne la testa come se gli avessero sbattuto sopra un’arma pesantissima.
Yuri si gettò giù dal tavolo e corse dal gruppo.
«Stai bene?» domandò Sabrina.
Lui annuì, senza guardarla negli occhi.
«Ottimo lavoro» esclamò Davide. Puntò le mani e creò un barriera intorno al demone. Stava per congiungere i due estremi, plasmando la cupola sopra la sua testa, quando lui balzò in alto e con una capriola all’indietro degna di un campione di atletica, si mise in salvo.
«Lo ha evitato?» domandò incredula Naoko. «Come ha fatto?»
«Non so» rispose Davide infuriato per il suo insuccesso. «È come se avesse visto le pareti invisibili che si univano.»
Il demone corse verso il gruppo, senza puntare una preda precisa.
Ancora provato, Yuri originò una coltre di fiamme davanti a loro.
Il demone frenò appena in tempo. Il fuoco sembrava essere l’unica cosa di cui avesse timore. Arretrò spaventato, coprendosi il muso.
Sara si voltò verso Davide. «Adesso! Imprigionalo.»
L’altro ragazzo si preparò a ripetere la sua specialità, ma il demone si dimostrò ancora scaltro e rapido. Tornò indietro, superò con un salto il tavolo e lanciandosi contro la finestra, ne infranse i vetri con uno schianto. Piombò sul cemento, sul lato sinistro dell’edificio scolastico e scattò subito lontano, scomparendo verso il retro e poi oltre il cancello.
«Dove sta andando?» chiese Sabrina.
«Da qualche parte al sicuro, probabilmente» rispose Davide.
«Ma chi era prima di trasformarsi?» domandò Naoko.
«Il bibliotecario» rispose Yuri, sudato per la fatica e il calore.
«Sai spegnere l’incendio o devo cercare un estintore?» domandò Sabrina.
Yuri riportò gli occhi sul fuoco. Allungo le mani e le fiamme si sporsero verso di lui, come attirate da una forza invisibile, venendo turbina riassorbite nel suo corpo. Sulle mattonelle rimase solo il segno nero della bruciatura e sinuose colonne di fumo che si innalzavano verso il soffitto. Yuri le attraversò e recuperò il suo zaino dal pavimento. «Andiamocene. Se arriva qualcuno avremo troppe stranezze da spiegare.»
Uscirono sbrigativamente dalla biblioteca e quando furono all’imboccatura del corridoio che portava all’esterno, videro un gruppo di insegnanti che li superava, diretti da dove provenivano loro e di certo attirati dal trambusto scatenato dalla fuga del demone.
Il gruppo raggiunse in breve l’esterno e a quel punto Sabrina volle togliersi un dubbio. Sia vvicinò a Sara e chiese: «Come hai fatto farlo staccare da Yuri?»
L’altra scrollò le spalle con noncuranza. «Non è importante. Il problema è che il demone potrebbe essere ovunque e non sappiamo come rintracciarlo.»
«A questo punto abbiamo una sola scelta, e Sara, so che non ti piacerà» disse Yuri guardando. «Dobbiamo tornare da Angelo Moser. Avere un mostro in genere in libertà è troppo pericoloso. Deve insegnarci lui come trovarlo e fermarlo.»

 
 Continua…