lunedì 27 novembre 2017

Darklight Children - Capitolo 56


CAPITOLO 56

A caccia

 
Angelo Moser spruzzò con il dispenser una parte del liquido ambrato della boccetta stretta nella mano sinistra. A prima vista poteva sembrare una confezione di profumo, ma in realtà era una pozione rintraccia demone. «Da questa parte.»
Yuri e Davide lo seguirono oltre l’ingresso di un grande parco, illuminato da una coppia di lampioni dalla plafoniera a forma di palloncino.
Angelo aveva fissato l’incontro con i ragazzi davanti al suo negozio, alle prime ore della sera. Al momento di usare la pozione, aveva proposto che le ragazze rimanessero in un luogo sicuro durante la loro battuta di caccia. Nessuno di loro era preparato per la lotta, ma i poteri dei due maschi si erano rivelati quelli più utili nel confronto con i demoni trasformati. Sara si era opposta, e Angelo no ne era stato affatto sorpreso, ma era ricorso alla democrazia e per sua fortuna, dopo aver messo ai voti la questione, la maggioranza gli aveva dato ragione.
La pozione dispersa nell’aria lasciò una scia color verde luminescente, come aveva fatto lungo tutto il tragitto percorso dal Portale Mistico fin lì, e si diffuse fino nelle profondità del viale alberato. Mentre lo percorrevano, Davide chiese: «Siamo sicuri che sia proprio il nostro demone?»
«Sì. Dai vestiti di Yuri ho recuperato alcuni frammenti di squame carbonizzate e le ho mischiate alla pozione» rispose Angelo.
«E quando lo rintracciamo, cosa facciamo per fermarlo?» s’informò Yuri. «Abbiamo visto che è molto rapido e a parte la paura per il fuoco, non credo abbia altri punti deboli.»
Angelo continuò ad avanzare tenendo lo sguardo puntato sulla traccia luminosa che iniziava a sbiadire. «Non sarà necessario imprigionarlo interamente come avete fatto la prima volta. Basterà chiudergli la testa in un campo di forza.»
«E si aspetta che lo faccia io?» domandò Davide. «Non sono ancora così esperto da concentrami solo su un dettaglio cosi specifico.»
«Ci aveva anche detto che soffocarlo serviva solo a fargli vomitare l’embrione, se non si era ancora trasformato completamente» aggiunse Yuri
Angelo si bloccò. «Non ti preoccupare, Davide. Ti guiderò io.» Poi si rivolse al’altro e rispose: «Questo demone si è impossessato di un corpo umano e a differenza dei demoni originali, una delle poche debolezze di cui non può disfarsi è il bisogno di immettere ossigeno nei polmoni. Soffocarlo non lo libererà dalla possessione, ma lo ucciderà.»
Davide inarcò un sopracciglio. «Prima o dopo che ci avrà fatto a pezzi?»
Un urlo di terrore di una voce femminile, proveniente dalla zona più oscura del parco, mise fine alla discussione.
Angelo e i suoi due compagni corsero in quella direzione, senza aver più bisogno della pozione per sapere dove si trovasse il demone. Arrivarono in uno spiazzo in cui erano disposte un paio di panchine. Sopra la prima, l’ex-bibliotecario teneva sollevato da terra un ragazzo ventenne, stringendolo con entrambe le mani. Con la schiena appoggiata al sedile della seconda panchina, la ragazza che aveva emesso l’urlo, con i capelli castani in disordine, tremava seduta per terra e guardava impotente e sconvolta la scena.
Angelo ordinò a Yuri: «Colpiscilo alla schiena.»
Il ragazzo infiammò i palmi delle mani e li puntò contro il demone, disturbato dal loro arrivo. Spire di fuoco guizzarono contro di lui bruciandogli le squame della parte sinistra del dorso e del braccio dello stesso lato. Non emise alcun lamento di dolore, però reagì mollando la presa sulla vittima, e lo lasciò cadere con un tonfo a pochi centimetri dalla compagna.
Vedendoli impalati e ancora scossi per la bizzarra e incredibile aggressione, Angelo urlò: «Scappate!»
Il ragazzo si riscosse per primo, tirò a forza in piedi lei e la trascinò via.
A quel punto il demone buttò la testa all’indietro e aprendo la bocca, ululò come un lupo alla luna. Il suo verso era carico di rabbia. Avanzò sicuro contro il suo nemico, scontrandosi contro il fuoco, ma non scappando più dalle fiamme.
«Abbiamo perso il nostro vantaggio» disse Yuri. «Ha superato presto la sua paura.»  
Angelo afferrò Davide per le spalle e, rimanendo dietro di lui, disse: «Tocca a te. Non devi fare niente di diverso dal solito modo con cui ricorri al tuo potere. Non pensare però a bloccarlo interamente. Fissa la tua attenzione sulla testa: è quello il tuo obbiettivo.»
Davide deglutì a vuoto. Puntò le mani verso il demone, ormai a pochi passi da Yuri, e sopra le sue corna comparve la mezza sfera di una cupola. Mentre procedeva nel formarla, questa scese a gran velocità verso il basso, avvertendo il nemico del pericolo con le sue pareti opache.
Il demone si gettò in avanti, spinse lontano Yuri e poi con un salto, si lanciò oltre le teste degli altri due, planando dietro di loro.
Yuri si rialzò velocemente. «Non fatelo scappare!»
Angelo si voltò di scatto. Davide lo imitò e lui lo esortò: «Riprova e focalizza bene la forma nella mente.»
Il demone non aspettò di essere ingabbiato  e brandendo gli artigli delle dita affusolate, si avventò sulle prede.
Davide puntò sicuro il braccio sinistro contro il demone e con le dita piegate come se stesse sorreggendo una pallina da tennis, creò una bolla trasparente intorno alla testa cornuta del demone.
La bestia infernale si fermò. Graffiò con foga la bolla. Si dimenò da una parte all’altra, prese addirittura a colpire ripetutamente e violentemente con il capo il tronco di un albero. L’unico effetto che ottenne fu di spezzarlo in due, mentre la copertura sferica non si sfaldava.
Davide tenne stretta la presa, Angelo però noto che a ogni tentativo del demone di liberarsi, il ragazzo stringeva i denti per trattenere urla di dolore. «Resiti.»
«Non ce la faccio più» replicò lui.
«Tieni duro» lo incitò di nuovo.
Dopo una lotta sfrenata, il demone si placò all’improvviso. Immobile, con gli occhi rossi rivolti all’insù, si accasciò a terra, sollevando sbuffi di terra in un rumore fragoroso.
Rimasero tutti fermi. Angelo fissò la bestia, poi osservò Yuri e infine Davide con il braccio teso. Riportò quindi gli occhi sul demone e lo trovò ancora riverso sul terreno.
Prese coraggio e avanzò verso l’essere. Si piegò sulle ginocchia lo scrutò minuziosamente. Gli occhi vitrei gli tolsero ogni dubbio. Angelo sollevò il capo e disse: «Puoi far sparire il campo di forza.»
Davide ubbidì, abbassò il braccio e la sfera di energia trasparente si sgretolò.
«È sicuro?» chiese Yuri.
Angelo annuì e si rialzò. «È morto.»
Davide si avvicinò con cautela al corpo disteso. «E ora? Lo lasciamo qui?»
«No, ovviamente. Troppe persone sono a conoscenza dell’esistenza di questi ibridi. Dobbiamo sbarazzarci del cadavere. Devi farlo tu Yuri.»
Lui avanzò sollevò le braccia e poi chiese: «Siamo certi che brucerà come un qualunque cadavere?»
«Puoi stare tranquillo» rispose Angelo. «Diverrà cenere senza effetti collaterali.»
Il ragazzo si piegò in avanti, mentre Davide arretrava. Fiammelle rosse e gialle spuntarono dai polpastrelli delle sue mani. Si inginocchiò e le posò sopra il demone morto. Lascio scivolare sulle sue squame le fiamme in modo che fossero libere di avvolgerlo interamente.
Angelo osservò i due giovani illuminati dalla luce del fuoco e sorrise. Non si era sbagliato. Se avessero accettato l’addestramento, sarebbero diventati dei guerrieri eccezionali.

 
Continua…

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