lunedì 26 febbraio 2018

Darklight Children - Capitolo 65


CAPITOLO 65

Verità inaspettata

 
Seduta su una poltrona accanto a Yuri, Sabrina lo osservava mentre leggeva il suo Registro dell’Ordine.
Forse è la volta buona che riesco a parlargli pensò. Appena usciti da scuola si erano separati dagli altri tre amici. Prima che imboccasse la strada di casa, il ragazzo le aveva offerto di tornare da lui a leggere insieme i Registri e lei aveva accettato. Era passata un’ora e gli spiriti che lo avevano tormentato in precedenza, non si erano presentati. Si fece coraggio e chiese: «Va tutto bene?»
Yuri distolse lo sguardo dal fascicolo aperto sulle gambe e annuì. «Sembra che la tua presenza li tenga lontani.»
Sabrina sorrise. «Sono meglio dei Ghostbusters
Yuri rise a sua volta. «Già, pare proprio di sì.» Notò poi che lei non aveva preso il suo Registro dallo zaino. «Non dirmi che sei rimasta tutto questo tempo a fissarmi?»
«Volevo essere sicura che non corressi pericoli.»
«E se qualche spettro del passato se la prendesse con te?» le domandò, apparendo seriamente preoccupato. Chiuse la cartelletta con i fogli e disse: «Avanti, tocca a te. Ora ti farò io da guardia e se inizierai a lanciare oggetti in giro con la telecinesi, ti aiuterò a svegliarti.» 
«Grazie, ma piuttosto c’è qualcosa che dovrei dirti e vorrei solo che tu mi ascoltassi» replicò Sabrina, decidendo che era la sua occasione di rivelare la verità.
«Ok… ma c’è qualche problema?»
«Sì… cioè no… insomma…» bofonchiò. «Quello di cui ti voglio parlare è stata una sorpresa anche per me e non mia spettavo una…»
Il campanello dell’abitazione suonò, sovrastando la sua voce e facendoli sussultare entrambi. 
«Torno subito.» Yuri si alzò e andò ad aprire. «Ciao, Sara, non ti aspettavo.»
Sabrina si voltò di scatto verso il corridoio. Era arrivata nel momento peggiore e avrebbe mandato all’aria il suo obiettivo di raccontare tutto. Ma soprattutto, perché si era presentata a casa di Yuri?
«Scusa se non ti ho avvertito, ma è un’emergenza» rispose lei. Sabrina la udì avanzare nell’appartamento. «Dobbiamo andare subito al Portale Mistico. Mi è arrivato un messaggio da Naoko. È lì con Davide e c’è un gruppo di demoni che...» si bloccò appena la vide, entrando nel salone. Rimase a fissarla e a Sabrina parve sorpresa e infastidita di trovarla lì. Lei stessa si sentì come un elemento fuori posto in quella stanza. «Scusate, non sapevo fossi qui. Ho forse interrotto qualcosa?»
Sabrina si efce prendere dal panico. «Io… io...» balbettò e si sentì una stupida. Non riusciva a evitare di sentirsi in colpa.
«Hai parlato di demoni » intervenne Yuri. «Hanno attaccato il negozio?»
Sara spostò lo sguardo da lei al ragazzo. «Non ancora,  ma i gatti di Naoko l’hanno avvisata che stanno avanzando velocemente verso di loro. Angelo Moser è con loro due e dice che le difese del Portale Mistico sono sicure, ma hanno bisogno anche di noi per sconfiggerli.»
«Sbrighiamoci» disse Yuri. «Tornerai dopo a prendere la tua roba» disse a Sabrina, mentyre si spsotava inc amera per cercare la giacca e le chiavi dell’auto.
Lei lo guardò perplessa. Non aveva fatto in tempo a raccontare della gravidanza, del pericolo che temeva potesse correre se coinvolta in una lotta. Poi guardò Sara, immobile a osservarla e capì che non aveva scelta. Per non farle venire qualche dubbio, doveva seguirli. Lasciò la sua borsa sulla poltrona e si alzò , infilandosi la giacca.
Uscirono insieme dall’appartamento, pronti alla lotta, però Sabrina era convinta che oltre ai demoni, avrebbe dovuto preoccuparsi anche di Sara.

«Se restiamo dentro saremo al sicuro» gridò Davide davanti alla porta a vetri del Portale Mistico. «Lo ha confermato anche il signor Msoer: le difese di questo posto sono a prova di demone.»
«E alle altre persone non pensi?» chiese allibita Naoko. «Non possiamo rischiare che quei mostri vadano a cercarsi altre vittime.»
Davide sbuffò spazientito. «Dico solo di aspettare che arrivino gli latri, saranno qui a momenti.»
«No, Naoko ha ragione» s’intromise Angelo. «Non potete correre rischi, la vostra priorità devono essere le persone innocenti. Anche se non volete fare parte dell’Ordine, avere dei poteri vi dà delle responsabilità verso chi non può difendersi da solo.»
«Sembra un discorso dell’Uomo Ragno» sbottò Davide. Pensava fosse stupido buttarsi in una lotta in minoranza, quando fuori non c’era anima viva che corresse pericoli. Ricordò però che anche lui si era trovato in una situazione del genere senza preavviso e se la era cavata solo grazie a Leonardo. Ripensare al ragazzo e rimanere lì a far niente, lo fece sentire egoista. «E va bene. Andiamo a prendere a calci nel culo quei demoni.»
Angelo si avvicinò alla porta. Recitò una formula strana e li fece uscire. Avanzando all’esterno, Davide lo vide muovere le labbra per attivare di nuovo l’antifurto mistico del negozio e seguirli con lo sguardo oltre il vetro.
Con Naoko e i due gatti al suo fianco, attraversò il tratto di marciapiede che separava l’edificio dal parco e quando misero piede sull’erba, una ventina di felini sbucarono dai cespugli e si unirono a Ombra e Scintilla, facendo loro da scorta.
«Ci aiuteranno a tenerli bada finché non arrivano gli altri» disse Naoko.
Davide non ne era molto convinto. «Non ti preoccupi che anche loro possano farsi del male?»
«Sanno badare a loro stessi.»
All’orizzonte, sei figure con il corpo di sei colori diversi avanzavano in posizione eretta. Camminavano con passo sicuro, predatori consapevoli della propria forza e certi di essere superiori a chiunque si fosse opposto a loro. A guidarli c’era un demone dalle squame verde scuro e le corna da ariete, Davide riconobbe che era lo stesso che li aveva attaccati qualche giorno prima dentro al negozio. Non appena li scorse, iniziò a correre, imitato dai compagni.
Davide provò fin da subito a creare barriere cilindriche per imprigionarli, ma loro erano più rapidi del previsto e non aveva il tempo di bloccarli. Decise di cambiare strategia. Afferrò Naoko per il polso. «Stammi vicina» le ordinò e costruì una cupola protettiva intorno a loro.
«E i gatti?» chiese Naoko, guardandoli attraverso la coltre opaca della barriera.
«Hai detto tu che sanno difendersi da soli» rispose. «A ogni modo, puoi guidarli anche da qui dentro, giusto?»
La ragazza annuì. Cercò con lo sguardo Ombra e Scintilla in mezzo al gruppo e Davide la vide concentrarsi su di loro, intuendo che stava sfruttando il suo dono.
Al sicuro dentro la cupola di energia invisibile che aveva forgiato, Davide vide i gatti dividersi in gruppi da tre e quattro e puntare ognuno uno dei sei bersagli. Saltarono addosso ai demoni e tentarono di graffiarli e morderli. I mostri squamati si difesero staccando le bestie dai loro corpi e gettandole a terra violentemente.
Il demone verde scuro era il più aggressivo e riuscì a lasciare a terra tramortiti un paio di assalitori e proseguire verso la loro protezione. Stava per tentare di squarciare le pareti invisibili, ma una scia di fiamme giallo-rosse si frappose tra loro e lo obbligò ad arretrare.
«Ti ricordi di me?» domandò Yuri minaccioso, arrivando di corsa con alle spalle Sara e Sabrina. «L’ultima volta hai cercato di azzannarmi!»
Il demone era pronto a cambiare preda, ma una forza invisibile lo sollevò da terra e lo mandò contro il suo simile che gli era subito dietro, spingendoli entrambi a qualche metro di distanza, contro il tronco di un albero.
Davide riconobbe la telecinesi di Sabrina e dato che i nemici erano abbastanza lontani da rendere impossibile squartarli, sgretolò la cupola.
«Presto! Rientriamo nel negozio» gridò Sabrina. «Dentro saremo al sicuro.»
«Non possiamo» rispose Naoko, «Dobbiamo difendere la zona. Se passa qualcuno, rischia di finire coinvolto nella lotta.»
Davide si concentrò sui due demoni che Sabrina aveva mandato a terra e creò di fretta una prigione. Il leader verde scuro si riprese all’improvviso, giusto in tempo per sfuggirgli e lasciare solo il compagno con le squame gialle bloccato all’interno.
«Di lui mi occupò io» disse Yuri, lanciandosi con le mani ricoperte dal fuoco crepitante contro l’avversario. Iniziò a  prenderlo a pugni e ogni colpo lasciava bruciature sulle squame e costringeva il demone a rantolare di dolore.
Naoko si rivolse alle altre due ragazze. «Scegliete un nemico e cercate di tenerlo a bada, in modo che Davide poi possa imprigionarlo.» Corse verso due demoni, quelli con le squame viola e vermiglio e parlò silenziosamente con i gatti radunati lì vicino. Il branco di felini si divise in due gruppi da dieci e si lanciò contro i mostri, provando ad arpionare con gli artigli le loro squame, per rimanere avvinghiati ai corpi.
Cercando di tenere tutti i demoni sotto controllo, per agire al momento opportuno, Davide scorse gli ultimi due dalle squame verde smeraldo e marrone gettarsi in direzione delle altre due ragazze.
«Bloccali e allontanali ancora con il tuo potere» ordinò Sara.
Sabrina rimase ferma. Era visibilmente paralizzata dalla paura. «Non posso» sibilò.
«Che dici? Lo hai fatto prima» ribatté Sara. «Forza!»
«Non ci riesco» rispose l’altra.
Davide capì che c’era qualcosa che la spaventava oltre ai demoni. Corse verso di loro per tentare di creare una seconda cupola invisibile. I demoni però erano in vantaggio, con un balzo le avrebbero raggiunte. Sara prese Sabrina per un braccio e la luce del teletrasporto segnalò a Davide che erano fuori dal parco.

Sabrina sgranò gli occhi e vide davanti a sé la porta del Portale Mistico. Sentì i muscoli sciogliersi per il sollievo.
«Che diavolo ti prende?» la aggredì Sara
«Non posso. Non posso lottare.»
«Perché?» le domandò infuriata. «Stiamo tutti facendo la nostra parte.»
Quelle accuse risvegliarono la grinta in Sabrina. Non le importava più di ferire l’altra ragazza, o di cosa avrebbe fatto dopo. «Aspetto un bambino da Yuri» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Il timore che suo figlio corresse qualche rischio l’aveva privata dei ogni freno nel rivelare quella verità. La sua voce risuonò nel silenzio della strada deserta, arrivando anche alle orecchie dei compagni impegnati nella battaglia.
Si guardò intorno. Per un solo attimo, Naoko, Davide e Yuri si voltarono a osservarla.
«Sono incinta…» ripeté «…mi dispiace lo sappiate così.»
Sara arretrò lentamente. Sul suo volto erano palesi le emozioni, rabbia, dolore, sorpresa. Sabrina pensò di averle inferto un colpo peggiore di una sberla in faccia. Poteva immaginare cosa stesse pensando in quel momento: “Non poteva accadere di nuovo; di nuovo un triangolo con Yuri.”
«Vi siete presi gioco di me» sussurrò Sara a denti stretti. «In questi mesi e giorni mi avete trattato come sempre, mentre nascondevate il vostro segreto.»
Sabrina iniziò a sentir defluire il suo coraggio, come una bottiglia che si svuota del suo contenuto. «Ti giuro che volevo dirlo. Volevo raccontare tutto, ma ogni volta succedeva qualcosa.»
Sara scosse la testa «No. Non è vero. Eravate bugiardi nelle nostra vita passata e lo siete ancora. Era solo questione di tempo prima che riaccadesse.»
«Non è così» mormorò Sabrina.
«Stai zitta!» Sara si portò le mani alle tempie. Era infuriata, offesa, delusa e rabbiosa. Si piegò in avanti, come se la testa fosse troppo pesante da sorreggere. Gridò in preda a un dolore improvviso e un’onda invisibile, fatta di pura energia mentale, si abbatté come uno tsunami nello spazio che la circondava.
Sabrina avvertì una lieve vertigine, ma l’impatto fu più doloroso per i demoni. Li sentì latrare sofferenza e terrore, quel lamento si fuse con l’urlo di Sara e si girò a guardare gli altri.
Il demone imprigionato da Davide sbatté più volte come una furia contro la parete invisibile e il contraccolpo obbligò il ragazzo a liberarlo. Il demone verde scuro si allontanò da Yuri.. I due alle prese con i gatti sembrarono dimenticarsi di averli appiccicati agli arti e i felini si buttarono verso il terreno, disturbati a loro volta. I demoni restanti tornarono sui loro passi.
Tutti loro non prestarono più attenzione alla battaglia e con gli occhi stretti come fessure, corsero uno dopo l’altro verso il fondo del parco, da dove erano venuti, con l’unico desiderio di mettersi in salvo.
Sabrina riscontrò la stessa incomprensione nei suoi compagni. Qualsiasi cosa avesse provocato quel dispiego di energia psichica di Sara, li aveva slavati. Ammutoliti, dalla propria posizione ognuno di loro osservò i demoni fuggire, fino a sparire oltre la loro visuale.
Con la testa china, Ombra e Scintilla si avvicinarono ai piedi di Naoko Lei si abbassò e ascoltò il loro messaggio telepatico. Poi, si alzò e si voltò indietro a guardare Sara che si teneva ancora dolorante  la testa. «Tutto questo potere  è opera di Sara e forse anche dell’altra sua identità.»
Sabrina tornò a osservare la ragazza. Rimase immobile, non sapendo cosa dire o fare. I tre compagni la raggiunsero e parvero a loro volta timorosi di fare domande.
Sara sollevò lentamente la testa e si guardò intorno inespressiva.
Yuri si fece avanti per parlare. «Sara, lascia che…»
«Puoi rientrare a riposarti. Il pericolo è passato. È tutto finito» s’intromise Naoko.
«No» rispose Sara in tono neutro. Puntò lo sguardo su Sabrina e la ragazza riconobbe nei suoi occhi il guizzo di una luce sinistra. «Devo occuparmi di lei!»



Continua…

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