lunedì 5 marzo 2018

Darklight Children - Capitolo 66


CAPITOLO 66

Il libro che risorge

 
Angelo Moser osservò i due ragazzi andare incontro ai demoni, seguendoli fin dove la vista gli permetteva. Una parte di lui era fiera di loro, forse non lo avrebbero ammesso apertamente, ma era convinto che stessero iniziando a prendere seriamente in considerazione l’idea di diventare guerrieri dell’Ordine e lottare per difendere gli innocenti.
Si spostò verso la vetrina, sperando di scorgerli mentre combattevano, la visuale però era ostruita dalle fronde degli alberi del parco.
«Dai l’addio ai tuoi agnelli sacrificali?» domandò una voce cavernosa alle sue spalle.
Angelo si girò con uno scatto e si trovò a una decina di passi di distanza dal demone dalle squame blu. «Come sei riuscito a entrare?»
«Non crederai davvero che le tue insulse protezioni magiche siano un problema per me? Sono Carovus, emissario di DiKann. Niente può fermarmi.»
«L’ultima volta che sei stato qui la pensavi diversamente.» Angelo estrasse un osso dalla tasca dei pantaloni, lo lanciò ai piedi del demone e urlò «Disperde nebule!»
Una foschia grigio perla si avventò contro l’intruso, ma fu dispersa da uno sbuffo di vapore blu cobalto che portò Carovus davanti al bancone con il registratore di cassa. 
«Ottima mossa» ammise il demone. «Come ti ho già detto, però, niente può fermarmi. E ora dammi il libro.»
Angelo s’irrigidì. «Di qualsiasi cosa parli, non l’avrai da me.»
Carovus sogghignò, mostrando le zanne. «Non offendere la mia intelligenza. Consegnami il Ritus
«Quel testo è andato distrutto» rispose. «Hai sprecato solo del tempo, se hai organizzato quest’attacco con i tuoi sottoposti per entrare qui e prenderlo. Chi ti ha preceduto non ti ha messo al corrente?»
«Sappiamo entrambi che non è vero. Voi dell’Ordine ne avete fatta una copia e sai benissimo che questo ha contribuito a far scattare la capacità del Ritus di rigenerarsi.»
Angelo lo guardò cercando di dissimulare la frustrazione. «Chi ti ha dato tutte queste informazioni?»
«DiKann in persona» disse Carovus orgoglioso. «Tramite il suo legame con quel volume, il mio padrone sa che il Ritus è ancora integro ed è riuscito a rifugiarsi nella vostra imitazione, salvandosi come sempre.»
«Come tutti i demoni sei un bugiardo» replicò. «DiKann è prigioniero nel suo regno. Nessun demone può contattarlo. A meno che…»
Il ghigno si allargò sulla faccia deforme e squamosa di Carovus. «Esatto! Sono uno dei depositari dell’uovo. Un demone nato come uomo sulla Terra e poi trasformato in demone nel Primo Inferno.» Notò la sua espressione confusa, stava cercando di darsi una spiegazione. «Non tormentare il tuo patetico cervello. Sono una rarità. Anzi l’unico a cui è successa una cosa del genere. Nessun altro degli uomini di Barbieri ha avuto l’onore di incontrare il nostro Signore.»
«Se è tutto vero, sei uscito dal Primo Inferno e hai superato il divieto del Sigillo grazie alla tua origine umana… e allora sai anche cos’è il Catalizzatore per rompere il Sigillo» ragionò Angelo ad alta voce.
Carovus compì un balzò verso di lui e gli afferrò la camicia. «Proprio così. Se mi dai il libro senza fare storie, ti rivelerò chi è prima di ucciderti.»
«Preferisco ammazzarti e scoprirlo da solo.» Gli sferrò una ginocchiata nello stomaco, che lo fece allontanare il tempo necessario per recitare una nuova formula. «Demonae intruse, errante terrae, infernum ritornae!»
Un cerchio di fiamme viola circondò la parte di pavimento su cui si trovavano i piedi di Carovus. Le fiamme si innalzarono e trasformandosi in catene violacee, lo avvolsero intorno alle braccia e alle gambe, cercando di trascinarlo verso il basso.
In ginocchio e con i polsi stretti dalle catene fiammeggianti, il demone riuscì comunque a stringere con la mano sinistra il medaglione rosso che aveva al collo e questo bastò a estinguere il fuoco e renderlo di nuovo libero.
Prima che si rialzasse, Angelo lo superò e corse verso la porta di uscita. Carovus si mise in piedi in pochi secondi, lo raggiunse e con un movimento fulmineo, lo agguantò per le spalle, rigirandolo con il volto rivolto verso il suo.
«Complimenti, voi dell’Ordine siete tenaci, questo devo riconoscerlo» disse in un misto di divertimento e rabbia. «Adesso però mi hai stufato. Non mi servi vivo. Rivolterò questo posto da cima a fondo, finché non troverò il Ritus
Angelo aveva esaurito i suoi espedienti. Per difendersi aveva bisogno di altro materiale, tutto rinchiuso nel magazzino segreto sotto il negozio.
Il demone gli piegò a forza la testa da un lato e avvicinò le zanne per assaggiare la sua carne e il suo sangue.
Dall’esterno esplose una strana energia, il riverbero attraversò il vetro della porta davanti a cui si trovavano, facendolo tremolare. Carovus si allontanò infastidito e allentò la presa su di lui.
Angelo colse l’occasione di sfuggirgli e si allontanò.
«Che succede?» gridò il demone, sbavando furioso.
In risposta udirono la voce di Sabrina dall’esterno. «Aspetto un bambino da Yuri».
Angelo si fermò sorpreso per quella rivelazione. Carovus invece non parve interessarsene. Si guardò intorno e lo individuò. Stava per ripartire all’attacco, quando qualcosa lo fermò.
Prima che Angelo potesse compiere un gesto, il demone ululò di dolore e nascose la testa tra le mani. Provò ad allontanarsi dalla porta, barcollando e sbattendo contro il bancone. Poi il fumo cobalto che lo aveva già tratto in salvo, lo avvolse portandolo lontano.
Angelo corse verso la porta, la spalancò, uscì e vide che non c’era più traccia dei demoni. Chi aveva spinto Carovus a scappare all’improvviso, aveva messo in fuga anche loro.
Si accorse che Sara e Sabrina non erano molto distanti da lui, con intorno gli altri ragazzi e i gatti di Naoko.
Aprì la bocca per domandare cosa fosse accaduto, ma la voce gelida di Sara lo frenò. «No. Devo occuparmi di lei!» disse.
E lui seppe che i veri problemi erano appena iniziati.

 
Continua…

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